La magia che si spegne

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Tramonto dal paesello – ottobre 2018 – © Attorno al lago

Non è passato molto dai tempi della ‘meraviglia’ di Castagne e un calice di vino o di Merenda nel bosco o ancora di Canstello.  Ma è come se fossero trascorse mille vite.  A poco a poco è migliorata la sua proprietà di linguaggio e contemporaneamente è diminuito il suo stupore verso il mondo.

Andare a piedi o in bicicletta nel bosco si è ridotto tutto ad una gara.  A chi arriva primo, a chi si cimenta in discese pericolose.  E dato che noi non assecondiamo e non condividiamo questo suo desiderio di dover sempre misurare chi è più veloce e chi fa di più, si ritrova a gareggiare con se stesso.  Sebbene con la bicicletta si spaventi per una discesa un pò ripida tappezzata da sassi e radici sporgenti, si esalta e si compiace quando percorre lo stesso sentiero in cui hanno fatto la gara di MTB del paesello.  Noi, probabilmente, combattiamo ogni giorno contro i mulini a vento cercando di limitare la sua esagerata necessità di primeggiare, di essere leader, di essere giudice, giuria e giustiziere.  Lo troviamo sempre più spesso nervoso, esagitato, indifferente ai rimproveri e alle punizioni, irrispettoso nei nostri confronti.  Abbiamo provato a farlo dormire di più, a farlo dormire di meno, a lasciarlo giocare liberamente tutto il giorno, a farlo scarpinare fino a che è veramente stanco.  Ma niente.  E’ veramente questo il suo carattere?

Così, mentre noi eravamo orgogliosi delle sue nuove conquiste (andare in bicicletta senza rotelle, imparare a gestire la palla quanto basta per cominciare a giocare a calcio e a pallacanestro), in realtà lui si stava allontanando a grandi passi dalla spensieratezza di quando esisteva e basta, senza doversi confrontare col mondo intero.

E’ come se oggi la distanza che separa la sua primissima infanzia dall’età adulta si fosse accorciata.  E’ come se a soddisfare la sua sete di conoscenza avessimo bruciato delle tappe, avessimo eliminato il tempo dedicato all’ozio fine a se stesso.  Ma c’è qualcosa di più, qualcosa di innato.  E’ sempre stato impossibile far oziare Faccio-io.  Non è il tipo da stare con le mani in mano.  Cerca le coccole e gli abbracci, ma il tutto dura qualche secondo.  Forse anche di meno.  Se non ti inventi tu qualcosa per lui, se lo inventa da solo.  Anzi, ormai preferisce inventarselo da solo.

Adesso, nonostante stia ancora frequentando la scuola materna, ha cominciato per sua scelta a giocare a minibasket.  In palestra ha trovato un ambiente molto sereno, ma comunque ‘adulto’.  La maggior parte dei bambini della categoria ‘pulcini’ ha sei anni, frequenta la prima elementare ed è molto più matura rispetto a Faccio-io.  Lui ovviamente cerca di adeguarsi e di assorbire più informazioni possibile.

E la magia pian piano svanisce.

4 pensieri su “La magia che si spegne

    1. Sì è vero, ma da mamma mi sento sempre in bilico tra la soddisfazione di vederlo crescere e la malinconia per quello che si lascia alle spalle. E a volte vince la malinconia… Penso sia fisiologico anche per le mamme;))

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