03/11/2015
Nel bosco di castagno si allungano le ombre della sera.
Lontano, oltre gli alberi, divampa il rossore del tramonto. L’aria si fa più fresca e il cielo terso comincia ad ingrigirsi. Le foglie, prima di un giallo splendente, lentamente cominciano a spegnersi. Rimane il loro crepitio sotto gli scarponi. Quelli piccoli piccoli col passo un pò trascinato per la stanchezza e quelli più grandi che le sollevano di proposito per farle cantare. Le voci si affievoliscono, quasi per portare rispetto al meritato riposo della natura.
“Io paùa”
“Tranquillo, il bosco non è pericoloso. E poi ci sono qui mamma e papà che ti proteggono”
Il silenzio sottolinea la sua pausa di riflessione. Nel frattempo ha allungato una manina verso la mamma e una verso il papà e così, sebbene stanco, continua a camminare col ritmo di un adulto. I suoi occhi si soffermano sulle foglie che quasi lo assordano, sui ricci che contengono ciò che resta delle ultime castagne e su Tommy, il piccolo levriero italiano che corre come un pazzo col suo legnetto in bocca.
Amore e paura.
Paura perché ha già avuto qualche brutta esperienza con i cani.
Amore perché poche ore prima ha scoperto che, se gli lancia un legnetto, lui lo insegue e glielo riporta tra salti e ruzzoloni.
“Dò è Tonni?” dice quando non lo vede più.
“Guarda lassù! Eccolo che arriva.”
Scende dal crinale con una velocità impressionante -manco l’avevamo visto sparire- e ritorna sul sentiero come se non si fosse mai allontanato.
Mentre le ombre della sera si allungano sempre di più e il bosco si fa più scuro, raggiungiamo l’automobile.
“Io ancòa ‘ntagna”
Sul suo volto sorridente traspare l’esaltazione della giornata.
“Sì, piccolo alpino, presto ci torniamo!”.