Il giorno prima del primo giorno

©attornoallago

Si parla sempre del primo giorno di scuola. Le emozioni, le impressioni. Roba da far girare la testa. Ma anche la vigilia del primo giorno di scuola primaria (mi è costato tantissimo scriverlo, sappiatelo!) non scherza.
Sono stata bene fino all’ora di cena. Poi mi è venuta addosso una certa agitazione. Ci saranno altri primi giorni, ma questo è quello più significativo. Domani Faccio-io entrerà a tutti gli effetti nel sistema scolastico. A dire il vero la data di domani segna il suo ingresso nel ‘Sistema’ nell’accezione più ampia del termine: scolastico-lavorativo-pensionistico(?) [il punto di domanda su quest’ultima fase è d’obbligo]. E da questo sistema non ne uscirà più. Credo.
Finita la cena va a prendere confidenza con lo zaino -dove sono i quaderni, dove le scarpe da ginnastica- e sceglie la tasca per collocare la merenda. Poi subito a lavarsi i denti, a mettersi il pigiama e ad infilarsi nel letto in attesa della lettura del libro. Tre racconti tratti da “Rigo e Rosa”, il preferito del momento, ed è ora di spegnere la luce. Lo bacio sui capelli, sulla fronte, sul naso e sulle guance. Lui stranamente lascia fare, forse a causa di un’incontenibile ridarella. A fatica cerca di trattenersi perché, come tutte le sere, non vuole che me ne vada via e utilizza tutta la sua dialettica per raggiungere lo scopo. Oggi mi convince con un nuovo approccio: “Mamma, stai qui che non voglio mancarti mai!”.
Eh, figlio mio, sapessi! A volte mi manchi anche quando ci sei, perché mi manca quello che sei stato e non sarai più.

4 pensieri su “Il giorno prima del primo giorno

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