© Attorno al lago
02.04.2019
Esco al solito orario. Il cambio dell’ora ha sconvolto il mio abituale incedere nell’oscurità ristoratrice. Ho sempre avuto antipatia per l’ora legale che toglie una preziosa porzione di sonno e segna il momento in cui la luce fa da padrona dal primissimo mattino fino a tarda sera. Ovviamente mi disturba soprattutto la luce del primissimo mattino che viene a posarsi inesorabilmente sul mio guanciale.
Esco al solito orario, nella luce dell’imbrunire mitigata da un tappeto di nuvole che copre tutto il cielo. Abbiamo avuto mesi aridi, avari di pioggia. Ogni tanto nubi, ma nient’altro. Oggi le nuvole sembrano promettere quello che ormai appare come un ricordo sbiadito. Pioggia. Quella pioggia che bagna la terra e il cemento così tanto da lasciare umidità e pozzanghere per giorni interi. Qui, invece, è diventato tutto polveroso. Polveroso di smog e terra secca. C’è chi gioisce perché da mesi programma e realizza fine settimana perfetti. Noi sfoggiamo, di già, un’involontaria tintarella. Una tintarella di marzo. Qualche lunedì fa avevo la pelle del viso così rossa che in ufficio mi hanno chiesto se mi dava fastidio la stufa. Preoccupati per una menopausa precoce? Tranquilli, era solo una passeggiata a riva lago.
Polvere e smog. Mi sono sempre ritenuta fortunata, perché uscendo di casa a piedi potevo odorare il profumo dell’aria incontaminata. Altro che vivere in città! Ma da mesi ogni automobile che incontro mi investe con un’ondata di combustibile bruciato. Stasera, dopo davvero tanto, tanto tempo, il traffico è diminuito. Saranno rimasti tutti a casa? Forse a causa di queste nubi che diventano sempre più scure verso nord-ovest?
D’un tratto una folata di vento fa mulinelli con le foglie e la terra sparse sull’asfalto e porta un buon odore. Odore di aria pulita, di aria che viene dalle innumerevoli macchie bianche che costellano i boschi di queste colline. Finalmente, con due mesi di ritardo, si sente il profumo della primavera. Riscopro il piacere di passeggiare respirando a pieni polmoni. E’ così tanta la mia sorpresa che, quasi, rischio l’iperventilazione.
I mulinelli si susseguono sempre più frequentemente. Poi il vento prende la sua decisione e soffia convinto da ovest verso est.
La notte è finalmente arrivata. Guardando il lampione successivo noto dei sottilissimi fili, più sottili di una tela di ragno, che a intermittenza solcano delicatamente la luce. Vuol forse dire che alla distanza di un lampione piove? Offro i palmi al cielo, ma qui niente. Mentre proseguo il mio cammino, comincio a sentire dei delicati ticchettii sulla superficie della poca pelle scoperta. Sembrano minuscole zampettine di formica. Mano destra, fronte, guancia sinistra…
Piove! Piove davvero! Sì, insomma, pioviggina. Lievemente.
Accelero il passo perché, forse, poi aumenterà. E questo rumore insolito. Un brontolio greve, profondo, lontano. Ecco, dovrebbe essere un aeroplano, suppongo. O forse, forse, sembra, sembra quasi un… un… un tuono?!? Davvero?
Sono pervasa da una sorta di euforia. Ieri sera, mentre guardavo una scena di un film in cui pioveva a dirotto, mi sono commossa. Ora, mentre il vento porta odore di terra bagnata, mi sento più leggera, come se un sospiro di sollievo avesse espulso tutta la negatività accumulata negli ultimi mesi.
Ma sulla strada di ritorno verso casa alcune stelle fanno capolino e respingono con forza l’idea di un cambiamento.
Anche a me non piace molto l’ora legale!
E mi piace tanto la pioggia, specialmente se leggera *__*
Bella la foto! ❤
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Grazie!
Vero, la pioggerellina è come una carezza delicata. Ieri invece sono uscita sotto il diluvio e quello è meno simpatico☺
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Ahah, immagino 😀
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