
Da qualche tempo avevamo ripreso a frequentarci. La compagnia con cui uscivi tu si era un pò sfaldata, la nostra stava ancora in piedi. Condividevamo, per la prima volta, serate di alcool e sigarette, con la leggerezza e la spensieratezza di chi i trent’anni li vede molto lontani.
Quella sera eravamo solo in quattro. Noi che eravamo sposati da pochi mesi, tu e un altro amico d’infanzia. Noi partimmo da casa con la mia automobile. Avrei guidato io. A me è sempre piaciuto guidare e pregustavo il poterlo fare fin da quando non avevo nemmeno lontanamente l’età del motorino. Non fu difficile convincervi a salire e in un attimo ci lasciammo alle spalle il nostro ritrovo abituale.
La destinazione la decidesti tu. I tuoi amici ti avevano parlato di un pub in cui si beveva un ottimo Irish Coffee. Un pub che stava su un altro lago, a una settantina di chilometri di distanza. C’è solo un’età in cui non si trova insensato passare ore in macchina per raggiungere un locale con lo scopo di bere qualcosa che troveresti nel raggio di cinque chilometri da casa. Ma in quella magica età il viaggio stesso fa parte del divertimento. Ci si rivedeva dopo una settimana e quindi avevamo tutti sette giorni di avvenimenti da raccontarci. Il fatto che fossimo in automobile o seduti in un pub o in una birreria era indifferente. Anzi, nel primo caso non era necessario urlare per capirsi.
Chiacchiera dopo chiacchiera arrivammo sull’altro lago. Bene, fin lì era facile. Ma ora si presentava un bivio. Sarnico stava a destra o a sinistra? Senza indicazioni e nemmeno troppi indugi andammo a destra.
Si stava facendo tardi e le chiacchiere si erano esaurite da un pezzo. Non so perché non avevo acceso la radio, dato che tutti voi vi eravate addormentati. Ero stanca anche io. Mi si chiudevano gli occhi e la strada era più lunga del previsto. Non saremmo già dovuti arrivare? L’ennesima galleria, con i lampioni che scorrevano a intervalli regolari e che mi accecavano al ritmo di buio-luce, buio-luce, buio-luce… Poi finalmente le luci diventarono più sopportabili, più tenui. E io stavo meglio, non ero più così stanca. L’auto andava, la galleria era deserta, noi eravamo tutti in silenzio -forse qualcuno russava-, eravamo tutti addormentati.
Mi svegliai all’improvviso! L’auto procedeva serafica nell’altra corsia. Ripresi il controllo con il cuore in gola. Voi stavate ancora dormendo e non vi eravate accorti di nulla. Voi che avevate messo la vostra vita nelle mie mani.
“Ragazzi, ho idea che abbiamo sbagliato strada!” vi svegliai così.
Se voi stavate svegli, sarei rimasta sveglia anch’io. E poi, diciamocelo, avevamo proprio sbagliato strada! Valutammo che ormai non conveniva tornare indietro e quindi raggiungemmo la nostra meta facendo il giro di tutto il lago.
Nonostante l’ora il locale era stracolmo. Trovammo un tavolo e, mentre su un maxischermo passava la novità del momento -All the things she said delle t.A.T.u.- , ci gustammo il tanto atteso Irish Coffee, fatto col vero whisky irlandese come piace a te.
Quella diventò una ‘serata-trofeo’, una di quelle da raccontare più volte agli amici che in quell’occasione erano assenti o da ricordare tra di noi.
“Vi ricordate quella volta che andammo a Sarnico per bere un Irish Coffee? E che, sbagliando strada, abbiamo fatto tutto il giro del lago?”
Certo, certo che me lo ricordo. Quella volta che mi sono addormentata mentre guidavo, quella volta che avrebbe potuto cambiare le nostre vite, quella volta che avremmo potuto non raccontare mai. Quella volta che, quasi, vi uccidevo tutti.
sì, solo a vent’anni si fa tutto il giro dell’Iseo per arrivare a Sarnico dopo averla sfiorata al bivio 🙂
ml
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Già! Avevamo il navigatore nel sangue! ;))))
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😱😱😱
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