26/07/2015
Alla fine ritrovi il paesaggio familiare di casa e scopri che, ogni tanto, è bene fare un breve viaggio in un posto mai visitato prima, per cambiare prospettiva.
Altrimenti ti abitui a vedere il solito orizzonte e inconsciamente pensi che tutto inizi e finisca lì, che tutto -in tutto il mondo- sia così e debba essere così.
Le pianure fatte in un certo modo, le montagne fatte come le “tue”, le colline uguali a quelle che vedi dalla finestra di casa. Le persone con il tuo accento, la tua fisionomia, il tuo modo di pensare…
Invece le montagne possono essere fatte in un altro modo, le colline possono avere infinite varianti, le pianure coltivate in un certo modo o in un altro, non coltivate, con i boschetti, sterminate, brevi, abitate, disabitate…
E le persone sono diverse, figlie di realtà diverse, di lingue diverse, di abitudini diverse, di povertà diverse, di modi di sopravvivere diversi, di laboriosità e operosità diverse.
Scopri così che il viaggio, quello vero, è incontrare persone nuove, chiacchierare del più e del meno, della propria terra e della propria cultura, scambiarsi punti di vista e, nel frattempo, assorbire nuovi panorami, panorami che hanno generato quel modo di vivere. La vera meta diventa quella umana e il viaggio diventa un arricchimento interiore.