Ragazzi

– Venite di qua, ragazzi!

I “ragazzi” in questione siamo io e il suo papà.
Adoro quando ci chiama così.
In giornate tiepide come quelle di questo fine settimana siamo soliti partire da casa a piedi e girovagare sulle nostre colline quasi senza una meta.
Questo, a dire il vero, lo facevamo anche prima del lockdown, prima di essere costretti nel proprio comune (che per noi non è assolutamente una costrizione).
Senza un orario prestabilito, senza automobile, senza ressa. E, come dicevo prima, senza una vera meta. Una volta si imbocca un sentiero, la volta successiva un altro. O magari si fa la stessa strada per un po’ di uscite consecutive.
Libero dallo stress e dalle tabelle di marcia Faccio-io riesce a esprimersi come meglio crede, correndo, arrampicandosi, nascondendosi, inventandosi giochi di inseguimenti e a volte impersonando il maestro. Noi ovviamente siamo gli alunni e quindi i suoi ragazzi.
Attraversando un tratto di boscaglia il maestro che è in lui salta fuori all’improvviso quando trova una via e, senza pensarci un attimo, ci guida con genuina convinzione verso la mulattiera che stavamo cercando di raggiungere.

– Venite di qua, ragazzi!

Ci pensa lui, a noi.

4 pensieri su “Ragazzi

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