02/07/2020
Piano piano tutto ritorna alla normalità.
No, in effetti non è così.
Piano piano si cerca di tornare alla normalità. Piano piano, dall’alto, ci fanno concessioni (sì, va be’, almeno questo è quello che sembra), come se fossimo dei carcerati che aspettano di uscire per buona condotta. Qui in Lombardia niente uscita per buona condotta, dobbiamo tenerci le mascherine per altri quindici giorni. E via così, di quindici giorni in quindici giorni. Piccoli passettini, piccole aperture, ma le mascherine guai a togliere!
Ha riaperto la biblioteca, su appuntamento; hanno riaperto i musei della zona, solo su prenotazione; l’amministrazione comunale ha timidamente dato il via ad alcuni incontri culturali all’aria aperta, approfittando di uno dei parchi comunali che è particolarmente predisposto ad accogliere manifestazioni di vario tipo. In questa situazione si parla di soli posti a sedere e… su prenotazione.
Ok, sì, insomma. Ci sto girando intorno. Ma il fatto è che domani sera, uno scrittore originario del paese, sarà proprio qui nel paese, in quel parco, a fare la prima presentazione del suo nuovo libro. Che è il settimo di una serie. Serie che ho divorato in pochi mesi. E, insomma, mi sarebbe piaciuto un sacco andare ad assistere alla presentazione e alla lettura di qualche passo del nuovo libro. Mi sarebbe piaciuto molto conoscere l’autore “di persona”. Ma c’è un ma. Solo su prenotazione. E io sono allergica a ‘ste cose. Non mi piace programmare il mio tempo libero. La mattina mi sveglio e voglio andare in montagna? Vado. La sera mi “sveglio” e decido che ma sì, andiamo alla presentazione. Ci vado. Ma non fatemi prenotare. Che poi mio marito, proprio quella sera, torna tardissimo dal lavoro. Che le serate migliori sono quelle: “Ehi, andiamo?” “Andiamo!”. Che poi mi capita l’imprevisto, come nel Monopoli. E mi tocca rinunciare, cosa che mi indispettisce alquanto. Che poi, comunque, piove e annullano l’evento.
È tutto ancora così incerto … ma dobbiamo stare all’erta, il virus è sempre tra noi, piccoli focolai si accendono ancora, basta poco per ricadere nel buco nero di prima. La nostra normalità è stravolta da tempo, a tutti mancano quelle banali abitudini che oggi ci sembrano così importanti. La vita, in fondo, è proprio questo, piccoli gesti quotidiani, cucchiaini di zucchero nell’amaro caffè della vita. 😘
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Bella questa immagine, anche se devo dire che a me il caffè piace amaro…🤔 Solo il caffè, però!😅
A parte gli scherzi, c’è tanta voglia di normalità, ma siamo molto distanti. Anzi, trovo che in giro ci sia una ricerca spasmodica di qualcosa che non è necessariamente solo quello che si faceva prima, ma anche quello che non si ha mai avuto tempo/voglia di fare.
Buon pomeriggio, Giuliana!☺️
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Buon pomeriggio a te 😘
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ti capisco.. devo fare gli esami del sangue su prenotazione. Così mi fa salire ancora di più l’ansia.!!!
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Infatti, dover prenotare ciò che è svago me lo fa sembrare un obbligo, un’imposizione. È un controsenso, insomma. Ma è un mio pensiero molto personale…
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Esatto! Concordo
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condivido il tuo sentire.
la prenotazione toglie poesia e freschezza alle cose che vorremmo fare.
all’opposto il “capitare per caso” è la mia massima aspirazione 🙂
ml
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Fantastico! Credevo di essere l’unica a pensarla in un certo modo e invece mi accorgo di essere in buona compagnia.
L’improvvisazione dell’ultimo momento è un po’ come seguire l’istinto l’anima l’inconscio e alla fine regala sempre qualche piacevole sorpresa.
Ci sono sere che esco a camminare pensando di fare un certo percorso e poi ad un bivio cambio improvvisamente strada. Non so nemmeno io perché, ma non me ne sono mai pentita.
A proposito, ho scoperto che oggi è San Camillo: auguri!😃
Buona serata
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non lo sapevo, grazie da parte di Camillo 🙂
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Grazie a te di averlo informato😉
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