Una passeggiata di quarant’anni fa

20 ottobre 2025

In questo pomeriggio uggioso, che segna il ritorno di pioggia e pecore, mi è tornato alla mente un vecchio ricordo.

Era il tempo delle elementari, un tardo pomeriggio infrasettimanale. Camminavo mano nella mano con mia mamma in centro al paese in cui abitavo all’epoca, nella via pedonale parallela al lungolago. Era buio e le luci dei negozi si susseguivano in un carosello di colori che predicevano l’arrivo del Natale.

Capitava spesso che mia mamma facesse compere nei negozi, i centri commerciali non esistevano ancora, men che meno le catene di supermercati. O meglio, non erano ancora arrivati in provincia.
Io mi annoiavo a morte perché, oltre a quella che mi sembrava un’interminabile passeggiata, ogni poco mia mamma si fermava a chiacchierare con qualche conoscente e io dovevo starmene zitta e ferma, da brava bambina educata. Una tortura del tutto inutile perché poi, immancabilmente, mi prendevo una sgridata per aver interrotto troppe volte la conversazione con i miei “Andiamo?”.

La situazione, però, si faceva interessante quando arrivavamo verso la fine della zona pedonale dove c’erano addirittura due negozi di giocattoli a distanza di pochi metri l’uno dall’altro. A quel punto rallentavo il passo fino a fermarmi davanti a quelle magiche vetrine, mentre mia mamma mi tirava per un braccio per farmi venire via.

Ecco, quella sera autunnale ricordo di essermi fermata davanti a uno dei due negozi di giocattoli, forse mia mamma non aveva fretta, forse aveva trovato qualcuno con cui parlare. Era tutto un tripudio di plastica colorata, giocattoli stipati dentro e fuori dalla vetrina, ce n’erano così tanti che era difficile soffermarsi su uno in particolare o cercare di sceglierne uno tra tanti, pure lo sguardo faceva fatica a mettere a fuoco una cosa per volta. Mentre scrutavo in ogni angolo, mi sono accorta che per terra, vicino all’ingresso, era stata appoggiata una cassettina della posta tutta colorata. Sopra alla fessura per le lettere, un cartello recitava ‘Cara Santa Lucia’. Era la prima volta che vedevo la cassetta postale di Santa Lucia e sono rimasta ad ammirarla per tutto il poco tempo in cui siamo rimaste ferme. Già, in questo caso mi sembrava di essere rimasta lì pochissimo.

Mille domande mi si affacciavano alla mente, più la preoccupazione di non avere con me la mia letterina e di non poterla così spedire. Avrei comunque ricevuto i regali? Come avevo fatto gli anni passati, senza conoscere l’esistenza della cassettina? E poi, la cassettina c’era anche durante il resto dell’anno? Dovevo assolutamente ricordarmi di controllare. Cosa che puntualmente non ho mai più fatto perché finito il periodo delle feste me ne sono completamente dimenticata. La mamma comunque mi assicurò che la letterina l’avrebbe spedita lei, come aveva fatto tutti gli altri anni…

Detto questo, la faccenda era chiusa ed era tempo di andare via. Pian piano le luci delle feste che addobbavano la zona pedonale lasciavano posto alle luci della strada e poco dopo salivamo sulla nostra Fiat 126 rossa per percorrere quel paio di chilometri che ci separavano da casa.

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