Un anno fa partivamo per la nostra mini vacanza toscana. Solo tre giorni, ma tre giorni intensi, mistici, brumosi, introspettivi, di condivisione. E anche un po’ piovosi. Tre giorni come quelli che il nostro quartetto affiatato aveva trascorso, in un altro luogo della Toscana, cinque anni prima, quando Faccio-io aveva sedici mesi.
Nonostante la bellissima esperienza ero consapevole, ben prima che ci ritrovassimo in piena emergenza, di non poter ripetere il viaggio, se non altro perché quest’anno il primo novembre cade di domenica e non c’è il ponte. Ma, al di là di questo, quante cose sono cambiate durante gli ultimi dodici mesi! Nulla che potesse essere minimamente immaginato e non parlo solo di covid, ma anche di alcune esperienze personali che ci siamo trovati ad affrontare nostro malgrado.
Chi lo sa, magari l’anno prossimo.
Nel frattempo mi nutro di immagini e sensazioni che ogni tanto, soprattutto nelle uggiose giornate autunnali, riaffiorano in superficie.
Attorno al Lago 
tenere viva la memoria e coltivare sogni futuri, solo questo ci resta, al momento.
ml
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Forse, e parlo per me, è sempre stato così. Prima era il lavoro e gli impegni vari ed eventuali. Qualcosa che noi (davvero?) ci siamo imposti. Ora l’imposizione viene dall’alto, è perentoria e la viviamo come la costrizione di un genitore troppo severo. Ma prima? Quando avevamo la libertà di mettere in atto tutti i nostri bei progetti, ma alla fine non si faceva nulla per un’infinità di motivi?
Non so, è un pensiero. Mi piace vedere le cose da più punti di vista, così da trovare un punto di forza in una situazione poco favorevole. Con scarsi risultati, ma ci provo.
Grazie del tuo pensiero.
Buona serata
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