Occhi lucidi

14/09/2020

Dopo un paio di settimane impiegate a rincorrere il tempo per finire i compiti, a ritrovare gli amici di sempre e poter finalmente giocare un poco con loro, a passare più tempo possibile all’aria aperta, dopo questo paio di settimane di settembre che a pensarci a fine agosto sembravano un lasso di tempo lunghissimo, un ulteriore indugiare prima di tornare sui banchi, ecco che – mi viene da dire quasi all’improvviso – è ricominciata la scuola.

Faccio-io non è un bambino ansioso. Quello che capita lo affronta, nel bene e nel male. L’inizio della scuola lo lasciava piuttosto indifferente. Contento di iniziare, ma senza pensarci troppo. Contento all’idea di ritrovare i compagni, ma soprattutto di ricominciare gli allenamenti di basket.

Stamattina l’ingresso è posticipato di un’ora e noi ci svegliamo con un’ora di anticipo sulla tabella di marcia. Quindi, in teoria, abbiamo un sacco di tempo a nostra disposizione.  Eppure alla fine mi trovo a dover pigiare un pò di più sull’acceleratore e a dover fare vari giri attorno all’istituto per scovare un parcheggio. Abbiamo ancora dieci minuti buoni, più che sufficienti per percorrere il tratto di strada che ci separa dal cancello d’ingresso. Faccio-io, diversamente dal solito, afferra la mia mano e me la stringe cercando quella sicurezza che evidentemente comincia a mancargli. Passiamo di fronte all’ingresso delle scuole medie.  Difficile dire che non ci sia assembramento.  Tutti gli sguardi sono rivolti verso un tizio che, munito di microfono e amplificatore, chiama gli studenti per cognome e per classe.

– Mamma, hanno chiamato la seconda B!

– Tesoro tranquillo, questi sono i ragazzi delle medie, è la seconda media!

Rimaniamo entrambi abbastanza sconvolti dalla scena, anche perché il mio pensiero va a domani mattina e tutte le prossime mattine. Credono veramente di fare questo siparietto ogni giorno?

Proseguiamo il nostro cammino, io con il timore di trovarmi la stessa situazione al cancello della primaria e Faccio-io con la mano sempre più stretta alla mia. Giriamo l’angolo e tiriamo entrambi un sospiro di sollievo. Tra la poca gente lui individua subito i suoi amici. Così scioglie il nostro legame e corre incontro a Principessa Maya.

Nonostante non siamo particolarmente in anticipo aspettiamo quella che sembra un’eternità. Giungono infine le maestre che si fermano in fondo al vialetto d’ingresso a ridosso dell’edificio della palestra. Noi fuori dal cancello ad aspettare gli sviluppi. Incollano al muro tre cartelli, ben distanziati tra loro, che recitano: 2A, 2B, 2C.  Si posizionano davanti al cartello di propria pertinenza e attendono. Sembra la scena di un vecchio film muto. Di nuovo mi chiedo se anche domani e le prossime mattine sarà così. Arriva trotterellando una bidella e viene ad aprire il cancello. I bambini cominciano ad entrare molto ordinati, veramente bravi.  Faccio-io e Principessa Maya si tengono per mano. Un ultimo saluto alle mamme e partono per la loro strada. Mano nella mano, con decisione ma senza fretta, percorrono il vialetto.

Faccio fatica a seguirli con lo sguardo perché gli occhi mi si riempiono di lacrime. Sono orgogliosa ed emozionata per questo piccolo uomo che nei giorni scorsi mi aveva detto che lui il primo giorno di scuola sarebbe entrato mano nella mano con Principessa Maya. Perché aveva fatto così lo scorso anno e quindi avrebbe fatto lo stesso anche quest’anno. Perché lui deve proteggere Principessa Maya. Lei, come lo scorso anno, si rifugia nella sicurezza della sua mano, quella che poco prima cercava conforto nella mia, e affronta serena questo nuovo cammino. Arrivano dalla maestra che, ovviamente, li divide pur lasciandoli uno accanto all’altra. Vedo sfilare tutti i bambini, ma senza riconoscerli, purtroppo, per via di queste lacrime che han deciso di fermarsi lì, ad offuscarmi un po’ la vista.  I bambini attendono ordinati e ubbidienti, fermi al loro posto, rivolti verso noi genitori per lanciarci un ultimo saluto.  Faccio-io agita entrambe le mani e poi, quando è sicuro che ho ricambiato il suo saluto, tende la mano verso di me. Un pugno con il pollice rivolto verso il cielo. Sorrido sotto la mascherina, mentre il nodo in gola si scioglie pian piano e lascio andare questo figlio per la sua strada.

19 pensieri su “Occhi lucidi

    1. There are things that need to be written right away, as soon as they happen. Only in this way I can keep a little of all those feelings that pervade me. Being able to share them is a great achievement for me. Thanks Steve for your suport! And thanks Muffin too! 😅😸

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      1. Sometimes I think I’m safer walking in the forest than to be at home! 😳🙀I really do need to take better care of myself. Looks like it might be awhile before I’m back. There is only 1 person who fixes computers here and he seems to be a little behind right now. 🙄 But I am getting some writing done anyway. Have a wonderful day! 🙂😺

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      1. Eh, immaginavo sarebbe stato scomodo… che poi è assurdo mettere tante regole anche giuste se poi fuori da scuola o andandoci possono fare di tutto senza controllo, a partire dai tram pieni alle piazzette piene (soprattutto i ragazzini più grandi)… basterebbe un po’ di buonsenso :/

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      2. Esatto, hai centrato parte del problema. Poi ci sarebbe anche il problema servizi igienici. Pensa che la classe di Faccio-io, su otto ore che passa a scuola, può andare ai servizi tra le 9.40 e le 9.50… Sono venti bambini e hanno a disposizione due bagni e in quei dieci minuti le maestre continuano ad urlare di finire in fretta… È un manicomio!

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      3. Ma come, che senso ha? Spero almeno che come minimo siano ben forniti di sapone e carta igienica, se penso alle scuole che ho fatto io spero che ora si siano messe a posto °_°
        Ma poi è traumatico, io già non riesco a far pipì se qualcuno mi aspetta fuori dal bagno pubblico, poverini 😦 Basterebbe assicurarsi che si lavino bene le mani e controllare se lasciano pulito, perché gli orari così? E se gli scappa in un altro orario?

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      4. Ci sono bambini che se la sono fatta addosso. Le maestre li sgridano se bevono perché poi gli scappa la pipì. Ora abbiamo interpellato la rappresentante, che si faccia sentire con chi di dovere, perché non penso che nemmeno in un carcere funzioni così!
        Comunque la motivazione è che, dopo che c’è stata una classe, le bidelle devono igienizzare il bagno per la classe successiva. Le classi sono tante, ma secondo me ci potrebbe stare almeno un altro turno!

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