Tana libera tutti

04/05/2020
E infine è arrivato il giorno sognato da molti, il giorno della riapertura. Oggi siamo passati dalla fase 1 alla fase 2. La differenza? Più o meno quella che passa tra un do diesis e un re bemolle.
Lavorativamente parlando, per lo meno. Ma la gente ha recepito la fase 2 come l’apertura del cancello di un carcere. Ed oggi erano tutti fuori.
L’approccio di molti è stato lo stesso avuto da mia madre, che stava già preparando una grande festa per questa domenica (che casualmente è la festa della mamma e pure il suo compleanno).
Telefonata di ieri, domenica, ore 21.50. Io stavo imballando PC e faldoni per il rientro in ufficio di oggi.
Mamma: “Cos’hai pensato per domenica?”
Io: “Scusa, in che senso?”
Sì, lo so, non sono particolarmente perspicace, ma dopo un mese e mezzo passato a lavorare in maniera intelligente fino all’una di notte, i collegamenti mentali fanno cilecca.
Mamma: “Ma sì, domenica prossima, la festa della mamma!”
Io: “Mamma, non possiamo fare niente! Possiamo vederci -da lontano!- con le mascherine e i guanti. Cosa vuoi che facciamo domenica? Come le altre domeniche! Lo sai, vero, che i pranzi in famiglia sono ancora vietati?”
Mamma: “Eh vabbè. Ma pensavo, magari, invece del pranzo potete venire qui a fare la merenda! La preparo in giardino, dai!”
Io: “Mamma, ma sei seria? Ci siamo sentite due giorni fa e mi dicevi che avevi paura di uscire. Ora organizzi merende? Comunque, che sia un pranzo, una merenda o una colazione, per il momento non si può fare. Organizzeremo una festa più avanti, quando si potrà. Cosa cambia in fin dei conti?”
Mamma: “Però siamo in quarantena da più di venti giorni, quindi non siamo malati, cosa vuoi che ci succeda!”
Io: “Guarda che la settimana prossima sarò in ufficio, altro che quarantena!”
Mamma: “Vabbè, se la metti così…”
Alla fine l’ho convinta, credo.
Come stavo dicendo prima, oggi si sono aperte le porte del carcere. Stamattina, mentre andavo in ufficio, avrò visto una decina di persone che camminavano. C’è da giurare che a mezzanotte e un minuto ci sarà stato qualcuno che è uscito a camminare. In ufficio ho dovuto imporre l’uso della mascherina. L’obiezione: tanto, tra noi… Tra noi? Sì, ho capito che siamo quattro gatti di numero, ma non facciamo parte dello stesso nucleo famigliare! Poi abbiamo avuto una vietatissima riunione in presenza. Se non altro, almeno all’inizio, ci siamo sistemati ai quattro angoli della stanza. Poi il capo ha cominciato ad avvicinarsi. E io mi allontanavo. E lui, nella foga della spiegazione, si dimenticava del distanziamento sociale. Così mi lanciava un’occhiata storta e si riavvicinava. E io mi allontanavo. Sembrava di giocare ad acchiapparella al rallentatore.
Mentre tornavo a casa dal lavoro ho incontrato diverse persone sulla bici da corsa. E, mi direte, che c’è di strano? Erano in gruppo. Ovunque c’erano orde di ragazzini in giro in bicicletta, come se fosse finita la scuola. Ah, già… Alle sette di sera sentivo urla adolescenziali provenire dalla strada principale.
È proprio così: oggi hanno aperto le porte. Del manicomio.

14 pensieri su “Tana libera tutti

  1. Non mi becco l’influenza da 10 anni, da quando conduco una vita più riservata. La distanza sociale è la prima cosa, e anche la più importante. Se poi ci laviamo anche spesso le mani davvero diminuiamo di molto i rischi.
    PS: pure da me (roma) ieri in giro molte persone, senza mascherina, quando fino a un giorno prima se non l’avevi ti guardavano male.

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    1. Thank you, Matt! Yes, they are already talking about a second wave here, so there will be. On the other hand it is impossible that this is not the case, now people are less afraid and more willing to go out. Will they all be careful? I do not believe. We’ll see.
      Have a good day!

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  2. Once they ease the restrictions people forget about the social/physical distancing and that is the scary part. Too many people are still not taking this virus seriously which is sad. If people would follow the rules we might be okay. Have a wonderful day Rossana!😃😺🌞

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    1. Già. E ogni giorno c’è sempre meno attenzione. Ci si fa un po’ l’abitudine, penso. Ma non bisogna dimenticare che quello che abbiamo passato nel mese e mezzo scorso può ritornare. E allora sì che sarà un bel disastro.

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