Home-schooling

06/03/2020

Sono passati altri sette giorni. Siamo a quota due settimane tra sospensione dell’attività scolastica e tutto il resto che ne è causa. Ora la situazione è più chiara. Il contagio si è esteso e sono arrivati i primi morti.
Anche se lo stato d’emergenza viene prorogato di settimana in settimana, è ormai evidente che saremo fortunati se ce la caveremo in un mese. Qui, però, quelli che ci credono son sempre di meno. Due mesi? Tre? La speranza è che l’arrivo del caldo allontani questo incubo, ma c’è la possibilità che questa “influenza” non si comporti come le comuni influenze.
I giorni passano molto più lentamente. Senza impegni vari ed eventuali, tutto si riduce a partire la mattina in tre per la stessa destinazione e tornare che è sera. In un colpo è svanito lo stress della lotta contro il tempo. E il tempo è diventato nuovamente amico.
Di base covo però una certa inquietudine. Penso a mia madre, con qualche problemino di cuore, a mia suocera che ha superato gli 85 e di problemi di salute ne ha parecchi e a mio padre che si crede un “superuomo”. Fanno tutti parte della categoria più a rischio e, anche se cerco di non pensarci troppo, so che da un momento con l’altro potrebbero… Ecco, sì, insomma, cerco di non pensarci.
Poi mi capita di svegliarmi certe mattine e di avere pensieri ancora più cupi: la mia famiglia, mio figlio. Non siamo immuni. E la nera signora potrebbe divertirsi a giocare coi dadi. Mi alzo dal letto e le inquietudini svaniscono. Per quanto posso evito di rimuginare su cose che travalicano il mio controllo, rischierei solo di andare in tilt. Cerco di non pensare che se la situazione dovesse peggiorare drasticamente rischiamo entrambi il lavoro. Certo, il lavoro non è la vita, ma non è una bella prospettiva. Poi così, di punto in bianco.
Nel frattempo, come dicevo, le giornate scorrono lentamente. La mia lunga scrivania è occupata per metà da Faccio-io che impegna intere mattinate sui compiti dati tramite registro elettronico e whatsapp. Ogni quattro secondi mi interrompe per chiedere spiegazioni, avere conferme, sbuffare, lamentarsi, fare domande. Io mi barcameno tra il farmi prendere dall’ansia perché non riesco a lavorare e la sindrome della maestrina.
E nonostante le difficoltà trovo che lui diventi ogni giorno più compatibile con la “modalità ufficio” tanto che sto rivalutando la necessità di iscriverlo, per la prossima estate, ad ogni Grest possibile e immaginabile. Sempre che li organizzino ancora.

Al di là di tutto questo, sono preoccupata anche per un’altra cosa.

Ho l’impressione che la professione del maestro stia diventando obsoleta e che Faccio-io debba prendere in considerazione l’idea di mettersi a fare un altro lavoro…

12 pensieri su “Home-schooling

  1. Io sono tra quelli che pensano che si esageri, ma ovviamente rispetto chi, in buona fede, teme, in particolare per gli altri, come te.
    A me questa epidemia interessa da un punto di vista sociale e psicologico. Vedo come le persone si comportano e ci rifletto sopra. Spesso mi torna alla mente il libro di Camus, La peste.
    Un abbraccio, non vi buttate giù.

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    1. Qui si vive a fasi alterne. All’inizio non ho dato molto ascolto all’inquietudine, ma poi, quando cominci a sentire di casi nel paese, è difficile non pensare alle conseguenze sulla propria vita se, dall’alto, dovessero decidere di chiuderci nella zona rossa o in casa. Il rischio di perdere entrambi il lavoro è molto tangibile. E poi ci sono i nostri anziani, difficile non pensare nemmeno a loro. E da qui passare a pensare il peggio è un attimo. Una spirale. Per fortuna non ci penso spesso 😅

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  2. Thank you for the information and update. Please keep posting about this. I am taking this situation seriously, even though many aren’t here in America. I’m watching. I see what’s happening. I hope everything ends in a safe and healthy state for you.

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    1. Thank you very much, Matt. I really appreciate your support. I will definitely talk about this again. We are inside it, but it is something that will affect the whole world. I assure you that in this situation it is inevitable to review your priorities and this is a beautiful thing. Or at least I think so. I wish you and your family a good weekend.

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    1. Mi sa che ormai siamo tutti in una grande zona rossa😅
      A parte gli scherzi. Il problema non è stare a casa il sabato e la domenica. Io quasi non mi sono accorta e siamo già alla fine del weekend. Il fatto è che domani un numero considerevole di persone tornerà al lavoro e così facendo aumenterà l’esposizione di tutti. Vuoi vedere che il prossimo sabato emaneranno un nuovo decreto che ci imporrà di chiudere le attività?🤔

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      1. Non saprei, immagino che sia così. Qui dove abito non ci sono locali per cui non me ne accorgo. Di sicuro ti posso dire che c’è molto più silenzio, passano poche macchine e sembra che la gente non esca nemmeno in giardino. Una cosa veramente positiva -oltre al silenzio- è che l’aria non sa più di smog!

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