Il ghiacciaio con la copertina

01/09/2019

Progettiamo la nostra vacanza con il vivo desiderio di salire sul ghiacciaio, vedere la neve in agosto, toccarla, magari camminarci sopra, vedere i seracchi e i crepacci, ammirare le striature blu, i blocchi di ghiaccio -immobili- che sembrano però precipitare verso il basso, riempirci gli occhi con un panorama assolutamente candido.
A volte mi prende il timore di non farcela a raggiungere un punto di osservazione sufficientemente vicino, magari ci sarà neve e ghiaccio, magari è necessario procedere in cordata e io non ho né la preparazione fisica né quella tecnica.
Alloggiamo sotto la montagna. Fa parecchio fresco, ma qui non si vede neve. Sappiamo però che i 1200 metri che ci separano dalla nostra meta possono fare la differenza. Ci vestiamo come se fosse inverno, con la giacca a vento, i guanti, il cappello e la sciarpa. Un po’ mi viene da ridere pensando che fino a un paio di giorni prima -a casa- morivo del caldo. Qui sto davvero bene. Respiro aria fresca, pura, che ad ogni inspirazione mi riempie i polmoni di vita.
Raggiungiamo a piedi la cabinovia e la attendiamo con trepidazione. Guardiamo in alto verso quella piccola scatola rossa che scende lentamente a ridosso delle rocce. Ma dal momento in cui ci troviamo all’interno, la cabina sfila velocissima verso la sua meta e in pochi minuti noi raggiungiamo la nostra.
È difficile raccontare le sensazioni di questo momento. Io voglio uscire da questo edificio, voglio vedere, voglio fotografare, non sto più nella pelle. Mi gira la testa. E non è l’emozione. Qui manca l’ossigeno.
Usciamo. L’aria gelida mi schiarisce la mente. Dov’è la neve? Dov’è? Dove? Si vede molta roccia e pietrisco. E poi, sì, qualcosa di bianco. Ma… è quello? Quello è il ghiacciaio? Un cumulo di neve con una copertina per evitare scioglimenti eccessivi. Un piccolo cumulo di neve, alto poco più un uomo. Sconcertante.
Diversi bambini (anche il mio…) giocano sulla base scoperta, salendo di qualche centimetro e lasciandosi scivolare giù. Gli adulti fanno la fila per raggiungere la vetta della montagna, posizionata a circa 50 metri di cammino dall’arrivo della funivia e priva di neve. Sembra di essere alla posta, quando accompagnavo mia nonna a ritirare la pensione. E dire che pensavo di poter salire alla croce quasi in solitaria. Era l’unica cosa che mi ero prefissa di fare, invece questo spettacolo (e sì, anche la testa che ha ripreso a girare) mi fa desistere dall’impresa.
Passiamo il resto della vacanza giù (si fa per dire…) tra i 2000 e i 2600 metri. Le montagne sono bellissime e il panorama mozzafiato. Eppure manca qualcosa, perché anche qui, dopo la metà di agosto, ci sarebbe dovuta essere un po’ di neve.

©attornoallago

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