Il 5 e il 6

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Alla ricerca delle bottigliette di acqua, mentre in campo si gioca un’altra partita – ©attornoallago

E’ un ordinario martedì sera di fine gennaio e sto preparando lo zaino del basket per il giorno dopo quando mi arriva un messaggio whatsapp insolito.  Insolito perché non mi capita di riceverne dalla mamma di Buongiorno Signora.  Insolito perché mi chiede come si trova Faccio-io al basket.  Faccio-io si trova benissimo, le scrivo, tanto che non rinuncerebbe ad un allenamento per nulla al mondo.  Salta fuori che Buongiorno Signora è stufo di giocare a calcio, non gli piace l’ambiente, non gli piace la squadra.  Vorrebbe cambiare e vorrebbe fare pallacanestro.  I genitori sono scettici, hanno paura che sia solo un capriccio, ma lui pare determinato.  Mi offro di chiedere all’allenatrice e nel giro di un’ora riferisco tutte le informazioni che mi ha dato.  Due lezioni di prova e poi la stessa trafila che ho dovuto fare io per l’iscrizione.

Alla prima lezione di prova un urlo squarcia l’aere e i timpani di chi si trova in palestra.  E’ Faccio-io che chiama per nome Buongiorno Signora.  Ahi.  Mi son dimenticata di raccomandare a Faccio-io di non mettersi a fare lo sciocco con Buongiorno Signora.  Raccomandazione senza la quale lui si sentirà libero di fare quello che vuole.  E infatti non passa un minuto che i due non vengano ripresi.  E ancora.  E ancora.  E ancora.  Loro due, però, non sono esattamente -per dirla con un francesismo- culo e camicia.  Da quando sono alla scuola materna, separati in due classi ben distinte e distanti, è ormai raro che si cerchino.  Ognuno ha i propri amici.  Faccio-io ha la capacità di giocare assiduamente per una o due settimane con un bambino o una bambina e poi porre la propria attenzione su qualcun altro.  Non che si dimentichi degli amici storici.  Continua a chiedermi di “portare a casa” Mister Sorriso.  O di organizzare qualcosa con Amico-da-sempre.  O se è possibile vedere Principessa Maya fuori dalla scuola.  No, non si dimentica degli amici storici.  Solo che preferisce esplorare nuove possibilità.  Certo che, quando gli capita di incontrare i “vecchi” amici, vien fuori una baraonda simile a quelle delle nostre rimpatriate alcoliche post-adolescenziali.

La ramanzina che devo fare a Faccio-io dopo l’allenamento si rivela sufficiente per evitare che l’episodio si ripeta in seguito.  Sì, perché a Buongiorno Signora è piaciuto molto il basket, i compagni di gioco e -che lo dico a fare!- le allenatrici e continuerà a frequentare la squadra fino all’ultimo giorno.  Capita ancora qualche altra volta che i due amiconi facciano gli stupidini, ma per lo più stanno concentrati sul gioco.

Per qualche allenamento Buongiorno Signora rimane sprovvisto di divisa, poi, un giorno arriva anche la sua.  In crescita come quella degli altri e con un enorme numero 6 sulla schiena.  Buongiorno Signora si impegna moltissimo e in poco tempo riesce a colmare la differenza con i compagni che hanno cominciato a settembre.  E’ molto portato per gli sport, con una struttura fisica e una muscolatura piuttosto sviluppata e atipica, considerando che è bambino di cinque anni.

In un caldissimo giorno di fine marzo affrontano insieme la prima partita. Siamo fuori casa, in una bellissima palestra luminosa, perfetta per fare fotografie e un pò meno perfetta per i giocatori che sono molto affaticati da questa precoce giornata estiva.  Come è ormai la norma, anche qui i due vengono messi in squadre separate.  A Faccio-io tocca rivoltarsi la maglia per farla diventare bianca e giocare contro l’amico.

Ma non appena i loro turni in campo terminano, eccoli seduti in panchina a “contarsela su” -come diciamo da queste parti- proprio come due vecchi amici.  Quella scintilla di simpatia che è scoccata quando avevano poco più di un anno è sempre viva e si ripresenta ogni volta che si incontrano, come se il tempo non fosse trascorso.  Come se ogni volta, nonostante il tempo trascorso, ognuno di loro riscoprisse nell’altro quelle peculiarità che hanno fatto breccia nel proprio cuore.

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Buongiorno Signora racconta qualcosa a Faccio-io che se la ride! – ©attornoallago

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